Bonus ed Ecobonus 2016, ristrutturare casa conviene ancora

Bonus ed Ecobonus 2016, ristrutturare casa conviene ancora

Quasi certa è la proroga bonus ed ecobonus 2016 per le detrazioni fiscali in termini di ristrutturare casa (dichiarazioni dei funzionari del Ministero delle infrastrutture e dell’economia). La normativa fiscale estesa anche a condomini, edilizia pubblica, fabbricati industriali e udite udite anche alle giovani coppie in affitto che potranno a quanto pare avere un bonus per l’acquisto di mobili senza avere l’obbligo di ristrutturare casa.


La durata del bonus per le detrazioni fiscali sarà, come è stato fino ad oggi, valida per un solo anno dal 01 Gennaio al 31 Dicembre 2016, nonostante le numerose richieste ed i tavoli di discussione che volevano rendere questa detrazione fiscale, almeno per chi volesse ristrutturare casa, un legge stabile e continuativa, in virtù del fatto che si dovrebbe rilanciare anche l’edilizia nel nostro paese che ha avuto un forte crollo economico.

Pare che la sostanza di questo nuovo documento sulle detrazioni fiscali si possa concentrare in quattro principali punti che aiuteranno i giovani, le aziende, i condomini e gli interventi sul patrimonio pubblico come ad esempio scuole, asili e edilizia residenziale pubblica.


Bonus ristrutturazione ed Ecobonus per le Aziende che potranno detrarre le spese sulle costruzioni strumentali all’attività come ad esempio capannoni, magazzini, box, parcheggi, ampliamenti volumetrici ecc.

Bonus mobili per le giovani coppie che, anche senza dover ristrutturare casa, potranno avere agevolazioni sull’acquisto del mobilio ed elettrodomestici con un limite massimo di spesa pari a 10.000 euro

Ecobonus per i condomini che consentirebbe ai condomini di pagare gli investimenti in bolletta energetica, incamerando senza esborso finanziario i benefici del minor consumo energetico

Detrazioni agli interventi sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica e sugli edifici scolastica


Bonus-ecobonus-2016


Come per il 2015 quindi anche nel 2016 se approvata la legge si potranno utilizzare bonus ristrutturazione casa del 50% ed ecobonus 65% per infissi e risparmio energetico, oltre al bonus mobili. Staremo a vedere quindi come sarà messa in atto e quali saranno i vantaggi definittivi per incentivare le vendite e il settore italiano dell’edilizia oltre che per agevolare fiscalmente chi ristruttura una casa.


Le guide ufficiali per il bonus ristrutturazione ed ecobonus 2016 saranno presto messe online dall’agenzia delle entrate sul sito ufficiale.


Che tua sia un privato o un’azienda, un condomino ho un libero professionista, hai diritto ad usufruire agli incentivi bonus ed ecobonus 2016. Se devi efettuare una ristrutturazione utilizza gratuitamente il nostro sistema di preventivi che ti mette in contatto con le imprese della tua zona che possono offrirti la loro migliore quotazione.


Affitto in nero, cosa prevede la legge di Stabilità

E’ arrivato il via libera all’emendamento a prima firma Franco Mirabelli (Pd) contro l’ affitto in nero. Si tratta di una delle novità apportate dalla commissione Bilancio al Senato alla legge di Stabilità 2016, che oggi approda in Aula. Vediamo cosa prevede la norma.

Si paga solo la quota stabilita dal contratto


Il testo recita: “E’ nulla ogni pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato”. Gli inquilini dunque dovranno pagare solo la quota di affitto stabilita dai contratti, che dovranno essere registrati entro 30 giorni.

Cosa succede in caso di nullità


Nei casi di nullità “il conduttore, con azione proponibile nel termine di sei mesi dalla riconsegna dell’immobile locato, può chiedere la restituzione delle somme corrisposte in misura superiore al canone risultante dal contratto scritto e registrato”. La misura, però, non potrà sanare le situazioni pregresse.

Nullità per le pattuizioni che derogano i limiti di durata del contratto previsti dalla legge


L’emendamento prevede inoltre la nullità di ogni pattuizione volta a derogare i limiti di durata del contratto previsti dalla legge sulle locazioni: quattro anni più quattro per i contratti standard e tre anni più due per quelli definiti sulla base di accordi locali.

La critica dell’Unione Inquilini


Tramite una nota, Massimo Pasquini, segretario nazionale Unione Inquilini, ha sottolineato che l’emendamento di fatto riproduce quanto già previsto dalla legge 431/98 ed avrà un effetto pari a zero in quanto non affronta la questione dei contratti verbali ovvero del 90% dei contratti illegali.


L’Unione Inquilini ha spiegato: “Come si evince dall’emendamento questo interviene solo sui contratti scritti e registrati per i quali si paga una somma superiore a quanto previsto dal contratto ‘scritto e registrato’ ovvero si dimostra da parte dell’inquilino di avere pagato oltre quanto pattuito. Ci sembra che la montagna abbia partorito il topolino e non capiamo l’esultanza da parte dei senatori Pd presentatori dell’emendamento. Voglio augurarmi che la Camera dei deputati sappia affrontare la questione in maniera più incisiva rispetto a emendamenti ad effetto placebo. Questo se si vuole davvero contrastare il nero”.


Tasse casa: dopo la mini-Imu, ora c’è il rischio mini-Tasi

Prima che la Tasi sulla prima casa, come previsto dalla legge di Stabilità, vada definitivamente in pensione il prossimo anno, c’e’ ancora un importante capitolo da scrivere. A dicembre infatti è previsto il pagamento della seconda rata 2015, che sembrerebbe aprire la strada alla possibilità di un conguaglio a gennaio, una sorta di mini-Tasi sulla falsa riga della mini-Imu.


Se a gennaio 2014, la cosiddetta mini-Imu turbò la vita dei contribuenti italiani alle prese con un conguaglio last minute, una sorte analogo potrebbe aspettare i proprietari di casa alle prese con l’ultima rata della Tasi. Il pasticciaccio sulle aliquote di dicembre rischia infatti di lasciare degli strascichi non proprio piacevoli.


Le aliquote per il saldo di dicembre 2015


Il pagamento della prima rata dell’Imu e della Tasi di giugno 2015 è avvenuto con le aliquote elaborate dai Comuni nel 2014. Il saldo dovrebbe essere adesso la differenza tra queste e le nuove approvate dai sindaci per il 2015. E qui nasce il dilemma. E’ stata infatti approvata una sanatoria per le delibere approvate dal 30 luglio al 30 settembre che entrerà però in vigore dal 1º gennaio 2016 e non potrebbe, in linea teorica, avere effetto sul saldo previsto per dicembre 2015.


Ecco allora che ai comuni che hanno emesso le delibre nel periodo compreso tra luglio e settembre, potrebbe essere concesso di introdurre una mini-Tasi, ovvero una rata da pagare a gennaio come conguaglio tra quanto corrisposto con le aliquote del 2014 e quelle del 2015. Secondo il sindacato Uil i comuni che potrebbero optare per la mini-Tasi da riscuotere a gennaio sono 844. Tra questi compaiono anche Napoli, Avellino, Frosinone, Mantova, Matera, Rieti, Terni, Trieste, Verbania. La buona notizia è che non sempre si tratta di aumenti.



Una soluzione nel Milleproroghe?


Per evitare quest’ipotesi e ulteriori grattacapi per i contribuenti, non si esclude l’inserimento nel decreto Milleproroghe di fine anno di una un’altra norma che consentirebbe l’applicazione immediata, per la rata di dicembre, delle aliquote approvate.


Demanio: online il terzo bando per la vendita di 9 immobili dello Stato

E’ online sul sito del Demanio il terzo bando per la vendita mediante asta pubblica di nove immobili di proprietà dello Stato. Si tratta di beni di diversa natura e tipologia presenti in cinque diverse regioni: Abruzzo, Liguria, Piemonte, Veneto e Sicilia.


La base d’asta complessiva è di circa 10 milioni e 280 mila euro e l’operazione si inserisce nel processo di ottimizzazione del portafoglio immobiliare statale. Si rivolge a diverse tipologie di investitori, in particolar modo all’imprenditoria locale.

I beni in vendita


In Abruzzo, a Pescara, è in vendita un immobile di circa 4.000 mq, ex sede di un conservatorio musicale e di una scuola media. In Liguria, nel comune di Alassio (SV), l’avviso di vendita riguarda l’intero primo piano seminterrato di un edificio, locali del secondo piano seminterrato e l’autorimessa di un edificio in via Solferino.

In Piemonte sono in vendita due palazzi nobiliari ad Agliè (TO), Palazzo Pavignano (di circa 2.454 mq coperti) e Palazzo Birago (di circa 2.193 mq coperti), entrambi situati nel centro storico della città con vista sul castello; e a Torino un fabbricato ad uso commerciale, di circa 1000 mq, in zona semi centrale. In Veneto, a Verona, il bando riguarda un compendio immobiliare a destinazione commerciale di mq. 3.150. Infine in Sicilia, va all’asta un attico di circa 200 mq con annesso garage.

Come partecipare alla gara


Per partecipare alla gara, che prevede offerte segrete e vincolanti, è necessario inviare, entro le ore 16 del 25 febbraio 2016, un’offerta economica corredata della documentazione necessaria agli uffici delle Direzioni Regionali competenti per ciascun lotto. Il giorno successivo, alle ore 10, una Commissione di gara, appositamente costituita, valuterà la conformità delle offerte pervenute. I beni verranno aggiudicati a chi presenterà l’offerta economica più alta, che dovrà essere pari o in aumento rispetto alla base d’asta prevista dal bando.


Cinque domande ai notai su: rent to buy, compravendite, aste, imposte sulla casa e mutui Cinque domande ai notai su: rent to buy, compravendite, aste, imposte sulla casa e mutui

Ecco le risposte del notaio alle domande più calde su rent to buy, compravendita, aste, imposte sulla casa e mutui

1) Rent to buy – Qual è la problematica maggiore dei contratti introdotti dallo Sblocca Italia?


La problematica del rent to buy è la non particolare vantaggiosità fiscale. Si paga infatti l’imposta sia sulla componente affitto che sulla componente di compravendita, quindi viene pagata una doppia imposta.

In quali casi il rent to buy può essere una reale opportunità?


Quando ho un’esigenza abitativa da soddisfare, ma non sono certo che comprerò la casa. In questo caso il rent to buy funziona, perché ho la possibilità di imputare parte dei canoni a conto prezzo. Se invece uno è già sicuro di volere un particolare immobile, o più che all’acquisto è interessato alla locazione, mettendosi nell’ottica del rent to buy rischia di spendere di più.

Sappiamo che il rent to buy viene visto un po’ come una via d’uscita per le persone che ritengono di non avere un reddito sufficiente per l’acquisto, cosa ne pensa?


Se queste persone non hanno un reddito sufficiente, ma prevedono che lo incrementeranno, questa può essere una soluzione. Se invece il loro reddito non è sufficiente per comprare casa, però potrebbe essere sufficiente per giustificare il rimborso di un mutuo, è molto meglio che la casa la comprino con i soldi della banca. ll rent to buy non è uno strumento per risparmiare, anzi in questo caso diventerebbe solo più oneroso.

2) Compravendita – Quali sono i rischi e le garanzie offerte al compratore per chi acquista sulla carta?


Il DL n. 122 del 2005 prevede una tutela su due fronti per gli acquirenti degli immobili in costruzione (TAIC)


1) Economico: perché copre la fase dal preliminare al momento del rogito. Occorre che il preliminare sia un atto registrato, anche non notarile, e non una scrittura privata tra le parti. In questo modo il costruttore è obbligato a fornire al futuro acquirente una fideiussione che copre tutte le somme versate a titolo di caparra e di acconto. Se il costruttore fallisce o non può portare a termine la costruzione per altri motivi, l’acquirente può avere indietro i propri soldi rivolgendosi alla banca o all’assicurazione che l’ha rilasciata (escute la fideiussione).


È importante che sia stato per lo meno già chiesto dal costruttore il permesso di costruire. In caso contrario, non vi è tutela da parte della legge.


2) Assicurazione decennale postuma: contro i vizi dell’immobile o rovina dello stesso. Per 10 anni c’è un’assicurazione che copre l’acquirente dopo il rogito, perché altrimenti l’acquirente rischia di trovarsi senza un interlocutore. Il notaio quando fa un atto d’acquisto di una casa nuova ha il compito di richiamare le parti e darne atto nel rogito così l’acquirente è tutelato.


Asta – Qual è la differenza tra asta pubblica e privata?


1) Asta pubblica: viene fatta su delega dei tribunali e riguarda le posizioni già in sofferenza. Ad esempio un immobile che proviene da un fallimento o è proprietà di un soggetto che aveva concesso ipoteca su quel bene a garanzia di un mutuo e poi non ha rimborsato il mutuo. La banca ha agito esecutivamente su quell’immobile e lo manda all’asta. Sono pubbliche perché partono dai tribunali. I notai ricevono la delega insieme ad altri professionisti e curano tutta la fase.


2) Asta privata (difficile che si tratti di un solo immobile): è una cosa molto nuova che sta appena superando la fase sperimentale. Può ricorrere a un notaio sia un privato (costruttore) che un’azienda o un Ente che ha un patrimonio immobiliare da dismettere (INPS, INAIL, un sindacato). Danno al notaio l’incarico di “banditore”, il quale comunicherà pubblicamente che in tale data si svolgerà l’asta di tali particolari lotti inseriti in questo gruppo d’immobili. Qualunque notaio che è inserito nella rete aste notarili può fare da soggetto ricevente delle offerte. Queste aste avvengono per via telematica attraverso il portale del notariato: www.notariato.it.

Mutui – Fino a che punto è legale contrarre un mutuo oltre l’80% del valore della casa?


Perfettamente legale. L’80% è una clausola all’interno della legge sul credito fondiario, che dice “erogabile in presenza di altre garanzie”. Altre garanzie potrebbero essere un’assicurazione o un altro immobile che per esempio offre un genitore. La banca valuta la capacità di reddito più della garanzia. Se c’è la garanzia accessoria data da un’assicurazione o ulteriore garanzia data da un terzo concede anche il 100%.

Tasi e Imu – Quali sono i pericoli della maggiorazione Tasi che viene di fatto scaricata sulle seconde case?


Avrà un effetto scoraggiante sui piccoli investitori. Renderà l’investimento immobiliare sempre meno appetibile. Una cosa che poi il governo vuol fare perché vuole spostare la ricchezza dall’aspetto immobiliare all’aspetto produttivo.


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