8 idee per l’illuminazione di una cucina moderna

8 idee per l’illuminazione di una cucina moderna

State rinnovando la vostra cucina? Allora ricordatevi che per cucinare bene disporre di una corretta illuminazione è fondamentale. Ecco le nostre 8 idee per l’illuminazione di una cucina moderna con le quali potrete dar libero sfogo alla vostra creatività

Se siete in cerca di idee per l’illuminazione di una cucina moderna sarete d’accordo con me che la luce, in questo ambiente della casa, è di fondamentale importanza non solo per migliorarne la funzionalità, ma anche per valorizzare l’ambiente nel suo complesso.


Le tipologie di illuminazione per una cucina moderna tra le quali potete scegliere sono davvero tante:


– c’è quella ambientale, che garantisce a tutta la cucina la luce di cui avete bisogno;


– ma anche quella funzionale, che riguarda essenzialmente il piano o i piani di lavoro;


– infine, l’illuminazione decorativa, che potete ottenere ad esempio collocando una lampada a forma di lampadina sopra il tavolo.


La prima cosa a cui dovete pensare è il mix di luci in cucina che volete ottenere per rendere il più equilibrato possibile questo ambiente.


Attenzione a non commettere l’errore di illuminare unicamente l’ambiente in generale, magari per risparmiare: le luci più piccole, collocate nei punti giusti, sono fondamentali soprattutto di sera, per consentivi di cucinare, di impastare, di cuocere o in generale di compiere qualsiasi altra azione nel modo più sicuro possibile.



1 – Luci cucina sopra il lavello


La prima delle idee per l’illuminazione di una cucina moderna riguarda proprio le luci cucina sopra il lavello.


Che vi piaccia o no, prima o poi tocca a tutti lavare i piatti. Ecco perché sarebbe bene installare sopra il lavello una luce brillante, azionabile con un proprio interruttore per non affaticare gli occhi quando lavate i piatti e i bicchieri, ma anche quando scolate la pasta o si sciacquate la frutta e la verdura.



2 – Le lampade sospese


Diverso il discorso per l’illuminazione cucina generale, per la quale si può ricorrere a delle lampade sospese in grado di coniugare la dimensione estetica con l’aspetto pratico.


Le sospensioni di design, infatti, permettono di avere a che fare con soluzioni visive anche particolari, tra linee sinuose o curve intriganti, senza rinunciare all’importanza di una illuminazione cucina corretta e adeguata.


Sarebbe ideale, poi, poter contare su lampade sospese che consentano di regolare l’intensità dell’illuminazione, in modo tale da variarla a seconda delle esigenze.


Questa soluzione è non solo sinonimo di un maggiore comfort, ma soprattutto garanzia di risparmio, perché vi permette di evitare consumi inutili e dispendi energetici non necessari.




3 – I vantaggi offerti dai Led


Nella scelta delle lampade e delle applique, non potete non tenere in considerazione i tanti vantaggi offerti dai led.


Il led, infatti, favorisce un risparmio energetico molto elevato, sia sul breve periodo che sul lungo termine: una sorgente led, per esempio, non solo consuma poco, ma è in grado di durare per lungo tempo, rivelandosi efficace per più di 50mila ore.


Anche in questo caso, la parola d’ordine è modularità: i led usati come luci in cucina così come in qualsiasi altro ambiente della casa, possono essere sfruttati per la loro – per così dire – intelligenza, che li rende modulabili in base alle vostre necessità.


I led bianchi, per esempio, non sono solo – o non sono più – delle semplici illuminazioni decorative, ma possono essere considerate delle soluzioni all’avanguardia.


Anche sul fronte estetico, non sono poche le ragioni per cui può essere interessante fare ricorso al led in cucina: sia per la flessibilità dei moduli, sia per la loro compattezza, senza dimenticare la varietà di colori.


Già, perché oltre al bianco ci sono infinite opzioni cromatiche a vostra disposizione, che si traducono in notevoli e importanti opportunità creative a livello di design.


Insomma, tra colori vivaci e tinte sature, tra consumi contenuti e longevità, tra necessità di manutenzione ridotta ai minimi termini e resistenza alle vibrazioni e agli urti, i led sembrano essere irrinunciabili come luci cucina.


4 – Le cucine a isola e gli angoli cottura


Un discorso diverso va fatto per le cucine su misura, le cucine a isola e gli angoli cottura.


In queste circostanze, potete osare con soluzioni un po’ più particolari, come gli armadietti che includono le luci direttamente sia all’interno che nella parte superiore.


La progettazione delle luci cucina è un compito che non potete sottovalutare e l’idea di mettere semplicemente in mezzo alla stanza una fonte di illuminazione, oltre che banale e poco originale, può essere sbagliata anche dal punto di vista del risultato finale.


Per avere la certezza di organizzare le luci nel miglior modo possibile, potreste realizzare una piantina, magari su carta millimetrata, in modo da avere ben chiari gli ingombri e i vari spazi occupati: in questo modo, tra l’altro, potete capire anche quali sono le zone che hanno bisogno di più luce.


Ovviamente il ricorso al led non è un passaggio obbligato: anche le lampadine fluorescenti svolgono alla perfezione il proprio lavoro.


Facendo un po’ di calcoli, per una cucina la cui superficie non raggiunge i 10 metri quadri bastano due lampade fluorescenti, mentre per una cucina più grande potreste utilizzare luci cucina supplementari.


Per esempio, potreste montare dei piccoli faretti a una cinquantina di centimetri dai bordi degli scaffali o degli armadietti, distanziando gli uni dagli altri di una decina di centimetri.


5 – Regolare l’intensità del dimmer


Il dimmer deve essere un alleato da tenere sempre presente: al di là dei lampadari, delle applique, delle lampade sospese, dei faretti o dell’illuminazione a incasso, il vero segreto per avere la certezza di godere di un’illuminazione perfetta mentre siete dietro ai fornelli è questo.


L’installazione lampadario con dimmer consente di regolare la luce della cucina e di controllare l’illuminazione e vi permette di volta in volta di creare un’atmosfera più o meno soffusa, di abbassare le luci sulla tavola o di risparmiare evitando un’illuminazione superiore al necessario.


6 – La disposizione delle luci cucina


La disposizione delle luci cucina è un elemento essenziale: in questo senso, individuare e creare un punto focale per l’illuminazione può essere un ottimo punto di partenza.


Chiaramente, in una cucina in cui sono presenti un tavolo e delle sedie, l’attenzione sarà concentrata su questi complementi di arredo.


Per raggiungere questo obiettivo potete utilizzare lampade sospese o sospensioni design: tutte e due le tipologie saranno in grado di creare un’atmosfera calorosa.


Nel momento in cui procedete all’installazione del lampadario, è opportuno che verifichiate che sia non meno di 15 centimetri rispetto alla lunghezza del lato corto del tavolo e che stia a circa 80 centimetri di distanza dal tavolo: un wattaggio di 200 watt è più che sufficiente. Se non siete esperti del fai da te, vi consiglio di rivolgervi ad un elettricista professionista che vi aiuti a svolgere l’installazione.


Per una illuminazione più intensa, un lampadario dotato di luce integrale è quel che ci vuole. Nel caso in cui abbiate a che fare con una cucina di metratura limitata, l’impiego di luci da incasso collocate nelle pareti vi permetterà di fare apparire l’ambiente più arioso e più spazioso.


7 – Le luci cucina sopra i fornelli


Le luci cucina sopra i fornelli vi serviranno per evitare le ombre e per illuminare nel miglior modo possibile il piano cottura: anche qui, scegliere i led o le lampadine fluorescenti è semplicemente una questione di gusti.


La luce dovrebbe trovarsi a una cinquantina di centimetri di distanza dai fornelli, mentre in caso di lampade sospese dotate di interruttore la distanza dovrebbe aumentare di una ventina di centimetri.


Occorre, poi, che teniate conto della posizione della finestra, per capire da quale parte arriva la luce naturale del sole.


8 – Le luci direzionali


Infine, le luci direzionali contribuiscono a rendere l’illuminazione di una cucina moderna più viva e, al tempo stesso, più originale: può trattarsi, per esempio, di lampadine alogene da incasso all’interno del tavolo.


Se in cucina c’è una vetrinetta o una credenza, potete impiegare delle lampade da parete per valorizzarle e metterle in risalto. Per un’enfasi ancora maggiore, non c’è niente di meglio di luci dietro le tende.


Abbinare lo stile e la funzionalità


In conclusione, queste 8 idee per l’illuminazione di una cucina moderna evidenziano quanto sia importante trovare la luce adeguata per un ambiente che può essere sfruttato in molti modi diversi: non solo per cucinare, ma anche per mangiare, per conversare, per leggere, e per svolgere mille altre attività.


Proprio per tutte queste attività è importantissimo dedicarsi attentamente alla scelta e alla collocazione di lampade e lampadari, per avere la certezza di coniugare la bellezza e lo stile con la qualità e la funzionalità.


Se siete ancora indecisi, il mio consiglio è quello di richiedere un preventivo per elettricista, che sarà in grado di aiutarvi a scegliere la perfetta illuminazione di una cucina moderna.


La casa intelligente con la domotica

La casa intelligente del futuro con la domotica


Elettrodomestici collegati in rete, luci, impianto di riscaldamento e climatizzatori che si regolano da soli attraverso sensori; gestione a distanza di funzioni di routine come annaffiare i fiori o azionare le tapparelle; sistemi di allarme che avvisano per cellulare o per e-mail.


Non si tratta più di suggestioni solo immaginabili, tutte queste sono soluzioni pronte da installare.


La casa intelligente può essere controllata dall’utilizzatore tramite opportune interfacce utente (come pulsanti, telecomando, touch screen, tastiere, riconoscimento vocale), che realizzano il contatto (invio di comandi e ricezione informazioni) con il sistema intelligente di controllo, basato su un’unità computerizzata centrale oppure su un sistema a intelligenza distribuita. I diversi componenti del sistema sono connessi tra di loro e con il sistema di controllo tramite vari tipi di interconnessione (ad esempio rete locale, onde convogliate, onde radio, BUS dedicato, ecc.).


Il sistema di controllo centralizzato, oppure l’insieme delle periferiche in un sistema ad intelligenza distribuita, provvede a svolgere i comandi impartiti dall’utente (ad esempio accensione luce cucina oppure apertura tapparella sala), a monitorare continuamente i parametri ambientali (come allagamento oppure presenza di gas), a gestire in maniera autonoma alcune regolazioni (ad esempio temperatura) e a generare eventuali segnalazioni all’utente o ai servizi di teleassistenza. I sistemi di automazione sono di solito predisposti affinché ogniqualvolta venga azionato un comando, all’utente ne giunga comunicazione attraverso un segnale visivo di avviso/conferma dell’operazione effettuata (ad esempio LED colorati negli interruttori, cambiamenti nella grafica del touch screen) oppure, nei casi di sistemi per disabili, con altri tipi di segnalazione (ad esempio sonora).


Un sistema domotico si completa, di solito, attraverso uno o più sistemi di comunicazione con il mondo esterno (ad esempio messaggi telefonici preregistrati, SMS, generazione automatica di pagine web o e-mail) per permetterne il controllo e la visualizzazione dello stato anche da remoto. Sistemi comunicativi di questo tipo, chiamati gateway o residential gateway svolgono la funzione di avanzati router, permettono la connessione di tutta la rete domestica al mondo esterno, e quindi alle reti di pubblico dominio.


Esempio di funzioni di un impianto di illuminazione intelligente: accensioni multiple anche automatiche di luci in base all’instaurarsi di condizioni specifiche scenari (es.ci sono ospiti, diamo un party, mi vedo un DVD); autoaccensione secondo schemi copiati dalla realtà delle luci dopo il riconoscimento automatico di una prolungata assenza; centralizzazione dello spegnimento o autospegnimento delle luci quando viene riconosciuta l’assenza di utenti; gestione completamente autonoma e automatica dell’illuminazione.


Esempio di funzioni di un di impianto elettrico intelligente: coordinamento autonomo del funzionamento degli elettrodomestici; Riduzione dei campi magnetici nelle stanze in cui sono presenti utenti; Isolamento e protezione automatica in caso di temporale; Disalimentazione completa isole tecniche (esempio gruppo televisore, decoder, videoregistratore ecc.) a comando o in automatico di notte o quando non c’è nessuno in casa.


Esempio di funzioni di un di impianto di climatizzazione intelligente: funzionamento automatico in base al riconoscimento della presenza di persone; adeguamento del funzionamento in base al tasso di umidità; spegnimento automatico del calorifero sotto una finestra aperta; autoprogrammazione della pre-climatizzazione (es.pre riscaldamento in inverno) in base al riconoscimento degli “usi e costumi” degli utenti.


Esempio di funzioni di un di impianto di sicurezza intelligente: rilevamento di eventi come fughe di gas, allagamenti e incendi; connessione a distanza con servizi di assistenza (soccorso medico e vigilanza); monitoraggio a distanza degli ambienti con telecamere; Interazione TV, telefono, videocitofono e impianto telecamere.


Esempio di funzioni di un di impianti di automazione domestica intelligente: chiusura o apertura in autonomia delle tende esterne (c’è il sole si aprono, c’è vento si chiudono); chiusura o apertura in autonomia degli oscuranti (tapparelle, persiane ecc.) e coordinamento con l’automazione per la ventilazione in base a parametri di aero-illuminazione dettati dalla legge e coordinamento con gli scenari di illuminazione (aziono il videoproiettore l’automazione oscura la stanza l’impianto di illuminazione accende le luci soffuse).

Per relaizzare la visione del celebre architetto Le Courbusier di una casa come “macchina da abitare”, più confortevole e sicura.


I vantaggi possono essere i seguenti:


monitoraggio delle condizioni degli ambienti della casa;


risparmio energetico, grazie al controllo dei consumi;


regolazione automatica degli impianti di condizionamento e illuminazione, degli elettrodomestici e dei sistemi antifurto;


gestione degli allarmi tecnici volti a preservare la salute degli occupanti e la sicurezza delle strutture edilizie ed impiantistiche


Nuovo APE, attestato prestazione energetica, dal 1° ottobre 2015

Tutte le novità sull’A.P.E., l’attestato di prestazione energetica, obbligatorio per legge dal 2013, da consegnare e allegare ai contratti di compravendita e affitto e, prima ancora, con indici da citare negli annunci di offerta immobiliare.


Inizialmente il nuovo APE avrebbe dovuto entrare in vigore il 1° luglio 2015, si è poi passati al 1° di agosto per giungere infine, dopo un ulteriore salto in avanti, al 1° ottobre 2015.


Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 15 luglio 2015 i tre testi del Decreto Legge 26 giugno 2015, che entra in vigore dal 1° ottobre 2015.


Di seguito, in estrema sintesi, ecco cosa cambierà:


Un nuovo sistema informativo comune: SIAPE

In esso verranno raccolti tutti i dati relativi agli attestati di prestazione energetica rilasciati nel Paese secondo le nuove modalità definite dal nuovo attestato unico semplificato

nuove linee-guida, valide per tutto il territorio nazionale, dell’APE

nuove modalità per effettuare il calcolo della prestazione energetica, con indicazione dei requisiti minimi richiesti per gli immobili di nuova costruzione e per le ristrutturazioni.

determinazione della classe energetica sulla base della prestazione energetica globale, espressa in energia primaria non rinnovabile (il nuovo attestato dovrà comunque esprimere la prestazione energetica globale anche in termini di energia primaria totale)

nuovi schemi a cui i tecnici abilitati si devono attenere per compilare la relazione, che include le indicazioni di quali miglioramenti realizzare per raggiungere una classe più efficiente e dei requisiti minimi richiesti per le diverse tipologie di immobile preso in esame: nuova costruzione, ristrutturazione e riqualificazione energetica.

Le classi energetiche da 7 diventano 10, dalla più alla meno efficiente: A4 (la migliore) alla G (la peggiore)


Il decreto illustra puntualmente, in uno degli allegati, come compilare un annuncio di offerta (vendita e affitto), per rendere uniformi le informazioni energetiche dell’immobile, al fine di agevolare i controlli da parte delle Regioni sulla regolarità delle certificazioni rilasciate. I dati confluiranno nel SIAPE – Sistema Informativo APE, un database nazionale che servirà a mappare la situazione degli immobili, dal punto di vista energetico, su tutto il territorio nazionale.



Multe per chi non è in regola


Scatteranno multe salate per i soggetti non in regola, con importi che da €700 potranno arrivare a 18.000.

Occorre però fare una distinzione tra le tre tipologie di soggetti sanzionabili.


I primi ad incorrere in eventuali sanzioni sono i certificatori che redigono APE non corretti: per tali soggetti le multe variano da un minimo di 700€ ad un massimo di 4.200€.

I secondi soggetti eventualmente sanzionabili sono i direttori dei lavori: qualora non presentassero l’APE al Comune di pertinenza, essi potranno essere multati dai 1.000 ai 6.000€.

Le sanzioni più salate spettano invece alla terza tipologia di soggetti, ovvero i costruttori/proprietari che non richiederanno l’APE per gli edifici di nuova costruzione. Per essi le multe possono variare dai 3.000 ai 18.000€.



L’importanza dell’Attestato di Prestazione Energetica


L’APE non è un inutile documento burocratico; rientra in un progetto della Comunità Economica Europea volto a sensibilizzare e informare i cittadini sull’importanza delle prestazioni energetiche delle singole abitazioni e dell’intero edificio cui appartengono. Il risparmio energetico è un imperativo dei nostri tempi, cui tutti dobbiamo prestare attenzione, non solo per salvaguardare le risorse della Terra, ma anche per risparmiare immediatamente diverse centinaia di euro sulle nostre bollette!



Chi può rilasciare l’Attestato di Prestazione Energetica


Fino al 2012 era ammessa anche l’autocertificazione, ma dal 9 gennaio 2013 per concludere un contratto di compravendita/affitto occorre l’attestato APE, con l’indice IPE – Indice di Prestazione Energetica – in originale, redatto e sottoscritto da un tecnico abilitato (da un ente competente estraneo alla proprietà, alla progettazione o alla realizzazione dell’immobile), dopo un accurato sopralluogo all’immobile. I controlli sulle certificazioni e il database SIAPE puntano dunque su APE trasparenti e univoci, in cui il tecnico suggerisce alcuni interventi per, ad esempio, aumentare l’isolamento caldo/freddo dell’abitazione, rendendola più appetibile agli acquirenti o affittuari, che avranno bollette dal costo ridotto.


La complessità dell’APE


Solo un tecnico competente e abilitato ha tutti gli strumenti per rilasciare APE in linea con le nuove disposizioni di legge. Per non incorrere in certificazioni sospette, se non fraudolente, occorre affidarsi a personale specializzato che, lo ribadiamo, solo dopo un attento sopralluogo all’abitazione potrà rilasciare una certificazione veritiera, certa e inoppugnabile.

Infatti, un altro elemento di novità apparentemente ovvio, riguarda l’obbligo del certificatore energetico di “effettuare almeno un sopralluogo presso l’edificio o l’unità immobiliare oggetto di attestazione, al fine di reperire e verificare i dati necessari alla sua predisposizione”.


Nomisma, “Il mercato immobiliare si è lasciato alle spalle la crisi, ma la risalita sarà lenta”

Il mercato immobiliare italiano si è lasciato alle spalle la pesante crisi degli ultimi sette anni ma la risalita sarà lenta e non priva di insidie. Incombono ancora i retaggi del passato e il loro smaltimento potrebbe generare contraccolpi negativi. Sono queste le principali conclusioni dell’Osservatorio sul mercato immobiliare di Nomisma relativo al terzo trimestre dell’anno

Riparte il mercato del credito


Negli ultimi mesi si è visto un rinnovato interesse delle famiglie nei confronti del mercato immobiliare, accompagnato da una nuova politica delle banche, più aperte alla concessione di prestiti. L’incremento delle erogazioni, secondo l’istituto bolognese, è stata eclatante, anche se di gran lunga inferiore ai dati diffusi anche da autorevoli istituzioni nel corso dell’anno. Le surroghe e le sostituzioni sono passate dal 7,5% del 2014 al 26% del 2015, e la quota di acquisto senza ricorso al credito è scesa al di sotto del 45%. Il canale credizio rimane quindi il principale driver alla base delle ottimistiche aspettative di rilancio.


Il capitale erogato alle famiglie per i mutui nei primi sei mesi del 2015 è stato di 17,3 miliardi di euro, con un incremento di 53 punti percentuali sul primo semestrer del 2014 e di 34 sul semestre precedente. Per la seconda parte dell’ anno le previsioni ammontano a 21 miliardi di euro. Sul fronte mutui le previsioni di Nomisma per il periodo 2016-2018 sono di un progressivo consolidarsi dei mutui erogati particolarmente nel quarto trimestre 2015 e primo trimestre 2016 con tassi di crescita molto elevati. Per il 2015 l’erogato complessivo dovrebbe attestarsi a 38,2 miliardi di euro con un incremento del 58%.



Le previsioni per il 2016


Per il periodo centrale del 2016 Nomisma prevede un fisiologico rallentamento della crescita che rimarrà abbondantemente positiva anche se non più con tassi di variazione a doppia cifra. Per l’istituto bolognese le erogazioni potranno attestarsi a oltre 10 miliardi di euro a trimestre per poi raggiungere nel periodo 2017/2018 valori non dissimili a quelli raggiunti nel triennio 2009-2011.


Ma non sono da escludersi incognite e rischi, in particolare legati al peso dei crediti deteriorati. Il quadro attuale offre istituti bancari più solidi che da tempo hanno avviato un piano di accantonamenti e nuovi capitali per l’irrobustimento patrimoniale, mentre altri in numero non esiguo – presentano un’esposizione che necessita piani di intervento straordinari di durata pluriennale. Da qui i dubbi di Nomisma relativi a una capacita’ di sostegno in linea con la pressione della domanda, oltre che a potenziali ricadute sistemiche.


Domanda e offerta nelle principali città


Analizzando le 13 città monitorate, la crescita dei livelli di attività risulta uniforme e diffusa sia per le residenze che per gli immobili ad uso produttivo. La maggiore rigidità dei prezzi nel corso della crisi si riflette per Nomisma nell’ andamento anticipatorio delle quantità rispetto ai valori, con un ritardo dei secondi che tende ad ampliarsi nel tempo.


In ambito residenziale l’offerta continua a crescere nei semicentri e nelle periferie mentre si conferma stabile nelle zone di pregio e nei centri. Nomisma individua in questa dinamica la prevalenza di posizioni da liquidare anche in assenza di segnali più chiari e univoci di mercato. Timidi segnali di dinamismo si colgono nelle zone di pregio e nei centri, dove cresce la quota di giudizi di aumento delle intenzioni di acquisto dell’abitazione. Al contempo il mercato della locazione residenziale si conferma abbastanza uniforme in un confronto delle zone urbane.


È interessante notare come nelle zone di pregio e nei centri la domanda di acquisto di case che non viene soddisfatta dagli immobili presenti sul mercato sembra orientarsi verso la locazione, in attesa di un miglioramento delle condizioni di accessibilità , oltre che di qualità .

Il mercato dell’affitto


La dimensione tutto sommato esigua del mercato della locazione residenziale per Nomisma sembra rappresentare un fattore strutturale e non congiunturale. La performance più negativa è quella dei negozi, con un’offerta in costante crescita e una domanda ancora una volta in calo. Seppure in un contesto in graduale miglioramento, Nomisma nota come lo sconto praticato dall’offerta sia ancora decisamente consistente, come pure i tempi di vendita nonostante nella seconda parte del 2015 si siano leggermente ridotti. Nella seconda parte del corrente anno Nomisma ha evidenziato un’attenuazione del calo dei prezzi di abitazioni, uffici e negozi rispetto ai semestri precedenti.

Il rendimento delle locazioni


Il rendimento medio lordo annuo da locazione delle abitazioni si è¨ attestato al 5,1% in linea con quello degli uffici (5%). Sul fronte corporate, l’ esposizione verso il sistema bancario induce a ritenere che la ripresa non possa dirsi pienamente consolidata, anche se dai numeri parrebbe robusta. Da parte degli operatori prevale un giudizio stabile rispetto alle quantità immesse nel corso dell’anno sul mercato, mentre la domanda risulta ancora in calo, anche se non sono mancate indicazioni di assestamento. L’offerta si presenta stabile con l’eccezione dei centri città dove invece è¨ in crescita.


Pur non essendovi dubbi che il mercato immobiliare italiano si sia lasciato alle spalle la pesante crisi che ne aveva caratterizzato la dinamica per circa un settennio, risulta tuttora problematico definirne le prospettive a medio termine: sulla lenta e graduale risalita incombe ancora il retaggio degli eccessi del passato, il cui smaltimento non si esclude possa essere foriero di contraccolpi negativi.


CASA LOW COST A 1 EURO ; PIU’ LA RISTRUTTURAZIONE.

PRIVATI NON IN GRADO DI FAR FRONTE ALLE SPESE DI RISTRUTTURAZIONE E TASSE.


I COMUNI HANNO LA FUNZIONE DI INTERMEDIARI.


“ghost town”


Qui troverete tutti i nomi dei villaggi/città fantasma italiani e di altre parti del mondo: www.paesifantasma.com


Mancano quattro mesi alla fine dell’anno, prima che scadano i termini per la domanda dei maxi sconti fiscali sulle ristrutturazioni.


Le case sono cedute dai Comuni a 1 euro, più le spese di ristrutturazione con detrazioni sino al 65% e le spese notarili.


Si tratta di far rivivere piccoli centri abbandonati o semi abbandonati.


L’offerta può interessare pensionati, giovani coppie, gruppi di amici, aspiranti contadini, start up e comunità.


Dove?


Ecco alcuni nomi:


-Gangi, cittadina del palermitano a 1.000 metri sul mare al confine con il Parco delle Madonie, gioiello medioevale noto per la processione del Spirito Santo, in giugno.


-Salemi, valle del Belice (Tr) architettonicamente cristiana-ebraica-mussulmana.


-Carreggia Ligure, Piemonte, 60 km. da Genova, oggi con solo 85 abitanti.


-Gairo Veccio (Ogliastra), dopo la violenta alluvione del 1951 è disabitato ed è divenuto un’attrazione turistica.


-Monterano (Roma),abbandonato dopo il taccheggio delle truppe francesi (1789-1800), ospita solo set cinematografici.


-Balestrino (Savona), qui è già partito un progetto di recupero; le case sono tutte in pietra


-Calsazio (Piemonte) su e-Bay per 250.000 euro, tutto il borgo.


Narbona (Cuneo), è divenuto simbolo dello spopolamento delle montagne.


-Borgo Lupo (Catania), edificato nel 1941; oggi quasi completamente abbandonato.


I borghi abbandonati sono c.a. 6.000, la maggioranza lungo l’Appennino, Toscana compresa.


Pare che altri piccoli borghi, molti lungo gli Appennini, siano interessati a questa soluzione.


Bonus ed Ecobonus 2016, ristrutturare casa conviene ancora

Quasi certa è la proroga bonus ed ecobonus 2016 per le detrazioni fiscali in termini di ristrutturare casa (dichiarazioni dei funzionari del Ministero delle infrastrutture e dell’economia). La normativa fiscale estesa anche a condomini, edilizia pubblica, fabbricati industriali e udite udite anche alle giovani coppie in affitto che potranno a quanto pare avere un bonus per l’acquisto di mobili senza avere l’obbligo di ristrutturare casa.


La durata del bonus per le detrazioni fiscali sarà, come è stato fino ad oggi, valida per un solo anno dal 01 Gennaio al 31 Dicembre 2016, nonostante le numerose richieste ed i tavoli di discussione che volevano rendere questa detrazione fiscale, almeno per chi volesse ristrutturare casa, un legge stabile e continuativa, in virtù del fatto che si dovrebbe rilanciare anche l’edilizia nel nostro paese che ha avuto un forte crollo economico.

Pare che la sostanza di questo nuovo documento sulle detrazioni fiscali si possa concentrare in quattro principali punti che aiuteranno i giovani, le aziende, i condomini e gli interventi sul patrimonio pubblico come ad esempio scuole, asili e edilizia residenziale pubblica.


Bonus ristrutturazione ed Ecobonus per le Aziende che potranno detrarre le spese sulle costruzioni strumentali all’attività come ad esempio capannoni, magazzini, box, parcheggi, ampliamenti volumetrici ecc.

Bonus mobili per le giovani coppie che, anche senza dover ristrutturare casa, potranno avere agevolazioni sull’acquisto del mobilio ed elettrodomestici con un limite massimo di spesa pari a 10.000 euro

Ecobonus per i condomini che consentirebbe ai condomini di pagare gli investimenti in bolletta energetica, incamerando senza esborso finanziario i benefici del minor consumo energetico

Detrazioni agli interventi sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica e sugli edifici scolastica


Bonus-ecobonus-2016


Come per il 2015 quindi anche nel 2016 se approvata la legge si potranno utilizzare bonus ristrutturazione casa del 50% ed ecobonus 65% per infissi e risparmio energetico, oltre al bonus mobili. Staremo a vedere quindi come sarà messa in atto e quali saranno i vantaggi definittivi per incentivare le vendite e il settore italiano dell’edilizia oltre che per agevolare fiscalmente chi ristruttura una casa.


Le guide ufficiali per il bonus ristrutturazione ed ecobonus 2016 saranno presto messe online dall’agenzia delle entrate sul sito ufficiale.


Che tua sia un privato o un’azienda, un condomino ho un libero professionista, hai diritto ad usufruire agli incentivi bonus ed ecobonus 2016. Se devi efettuare una ristrutturazione utilizza gratuitamente il nostro sistema di preventivi che ti mette in contatto con le imprese della tua zona che possono offrirti la loro migliore quotazione.


Affitto in nero, cosa prevede la legge di Stabilità

E’ arrivato il via libera all’emendamento a prima firma Franco Mirabelli (Pd) contro l’ affitto in nero. Si tratta di una delle novità apportate dalla commissione Bilancio al Senato alla legge di Stabilità 2016, che oggi approda in Aula. Vediamo cosa prevede la norma.

Si paga solo la quota stabilita dal contratto


Il testo recita: “E’ nulla ogni pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato”. Gli inquilini dunque dovranno pagare solo la quota di affitto stabilita dai contratti, che dovranno essere registrati entro 30 giorni.

Cosa succede in caso di nullità


Nei casi di nullità “il conduttore, con azione proponibile nel termine di sei mesi dalla riconsegna dell’immobile locato, può chiedere la restituzione delle somme corrisposte in misura superiore al canone risultante dal contratto scritto e registrato”. La misura, però, non potrà sanare le situazioni pregresse.

Nullità per le pattuizioni che derogano i limiti di durata del contratto previsti dalla legge


L’emendamento prevede inoltre la nullità di ogni pattuizione volta a derogare i limiti di durata del contratto previsti dalla legge sulle locazioni: quattro anni più quattro per i contratti standard e tre anni più due per quelli definiti sulla base di accordi locali.

La critica dell’Unione Inquilini


Tramite una nota, Massimo Pasquini, segretario nazionale Unione Inquilini, ha sottolineato che l’emendamento di fatto riproduce quanto già previsto dalla legge 431/98 ed avrà un effetto pari a zero in quanto non affronta la questione dei contratti verbali ovvero del 90% dei contratti illegali.


L’Unione Inquilini ha spiegato: “Come si evince dall’emendamento questo interviene solo sui contratti scritti e registrati per i quali si paga una somma superiore a quanto previsto dal contratto ‘scritto e registrato’ ovvero si dimostra da parte dell’inquilino di avere pagato oltre quanto pattuito. Ci sembra che la montagna abbia partorito il topolino e non capiamo l’esultanza da parte dei senatori Pd presentatori dell’emendamento. Voglio augurarmi che la Camera dei deputati sappia affrontare la questione in maniera più incisiva rispetto a emendamenti ad effetto placebo. Questo se si vuole davvero contrastare il nero”.


Tasse casa: dopo la mini-Imu, ora c’è il rischio mini-Tasi

Prima che la Tasi sulla prima casa, come previsto dalla legge di Stabilità, vada definitivamente in pensione il prossimo anno, c’e’ ancora un importante capitolo da scrivere. A dicembre infatti è previsto il pagamento della seconda rata 2015, che sembrerebbe aprire la strada alla possibilità di un conguaglio a gennaio, una sorta di mini-Tasi sulla falsa riga della mini-Imu.


Se a gennaio 2014, la cosiddetta mini-Imu turbò la vita dei contribuenti italiani alle prese con un conguaglio last minute, una sorte analogo potrebbe aspettare i proprietari di casa alle prese con l’ultima rata della Tasi. Il pasticciaccio sulle aliquote di dicembre rischia infatti di lasciare degli strascichi non proprio piacevoli.


Le aliquote per il saldo di dicembre 2015


Il pagamento della prima rata dell’Imu e della Tasi di giugno 2015 è avvenuto con le aliquote elaborate dai Comuni nel 2014. Il saldo dovrebbe essere adesso la differenza tra queste e le nuove approvate dai sindaci per il 2015. E qui nasce il dilemma. E’ stata infatti approvata una sanatoria per le delibere approvate dal 30 luglio al 30 settembre che entrerà però in vigore dal 1º gennaio 2016 e non potrebbe, in linea teorica, avere effetto sul saldo previsto per dicembre 2015.


Ecco allora che ai comuni che hanno emesso le delibre nel periodo compreso tra luglio e settembre, potrebbe essere concesso di introdurre una mini-Tasi, ovvero una rata da pagare a gennaio come conguaglio tra quanto corrisposto con le aliquote del 2014 e quelle del 2015. Secondo il sindacato Uil i comuni che potrebbero optare per la mini-Tasi da riscuotere a gennaio sono 844. Tra questi compaiono anche Napoli, Avellino, Frosinone, Mantova, Matera, Rieti, Terni, Trieste, Verbania. La buona notizia è che non sempre si tratta di aumenti.



Una soluzione nel Milleproroghe?


Per evitare quest’ipotesi e ulteriori grattacapi per i contribuenti, non si esclude l’inserimento nel decreto Milleproroghe di fine anno di una un’altra norma che consentirebbe l’applicazione immediata, per la rata di dicembre, delle aliquote approvate.


Demanio: online il terzo bando per la vendita di 9 immobili dello Stato

E’ online sul sito del Demanio il terzo bando per la vendita mediante asta pubblica di nove immobili di proprietà dello Stato. Si tratta di beni di diversa natura e tipologia presenti in cinque diverse regioni: Abruzzo, Liguria, Piemonte, Veneto e Sicilia.


La base d’asta complessiva è di circa 10 milioni e 280 mila euro e l’operazione si inserisce nel processo di ottimizzazione del portafoglio immobiliare statale. Si rivolge a diverse tipologie di investitori, in particolar modo all’imprenditoria locale.

I beni in vendita


In Abruzzo, a Pescara, è in vendita un immobile di circa 4.000 mq, ex sede di un conservatorio musicale e di una scuola media. In Liguria, nel comune di Alassio (SV), l’avviso di vendita riguarda l’intero primo piano seminterrato di un edificio, locali del secondo piano seminterrato e l’autorimessa di un edificio in via Solferino.

In Piemonte sono in vendita due palazzi nobiliari ad Agliè (TO), Palazzo Pavignano (di circa 2.454 mq coperti) e Palazzo Birago (di circa 2.193 mq coperti), entrambi situati nel centro storico della città con vista sul castello; e a Torino un fabbricato ad uso commerciale, di circa 1000 mq, in zona semi centrale. In Veneto, a Verona, il bando riguarda un compendio immobiliare a destinazione commerciale di mq. 3.150. Infine in Sicilia, va all’asta un attico di circa 200 mq con annesso garage.

Come partecipare alla gara


Per partecipare alla gara, che prevede offerte segrete e vincolanti, è necessario inviare, entro le ore 16 del 25 febbraio 2016, un’offerta economica corredata della documentazione necessaria agli uffici delle Direzioni Regionali competenti per ciascun lotto. Il giorno successivo, alle ore 10, una Commissione di gara, appositamente costituita, valuterà la conformità delle offerte pervenute. I beni verranno aggiudicati a chi presenterà l’offerta economica più alta, che dovrà essere pari o in aumento rispetto alla base d’asta prevista dal bando.


Cinque domande ai notai su: rent to buy, compravendite, aste, imposte sulla casa e mutui Cinque domande ai notai su: rent to buy, compravendite, aste, imposte sulla casa e mutui

Ecco le risposte del notaio alle domande più calde su rent to buy, compravendita, aste, imposte sulla casa e mutui

1) Rent to buy – Qual è la problematica maggiore dei contratti introdotti dallo Sblocca Italia?


La problematica del rent to buy è la non particolare vantaggiosità fiscale. Si paga infatti l’imposta sia sulla componente affitto che sulla componente di compravendita, quindi viene pagata una doppia imposta.

In quali casi il rent to buy può essere una reale opportunità?


Quando ho un’esigenza abitativa da soddisfare, ma non sono certo che comprerò la casa. In questo caso il rent to buy funziona, perché ho la possibilità di imputare parte dei canoni a conto prezzo. Se invece uno è già sicuro di volere un particolare immobile, o più che all’acquisto è interessato alla locazione, mettendosi nell’ottica del rent to buy rischia di spendere di più.

Sappiamo che il rent to buy viene visto un po’ come una via d’uscita per le persone che ritengono di non avere un reddito sufficiente per l’acquisto, cosa ne pensa?


Se queste persone non hanno un reddito sufficiente, ma prevedono che lo incrementeranno, questa può essere una soluzione. Se invece il loro reddito non è sufficiente per comprare casa, però potrebbe essere sufficiente per giustificare il rimborso di un mutuo, è molto meglio che la casa la comprino con i soldi della banca. ll rent to buy non è uno strumento per risparmiare, anzi in questo caso diventerebbe solo più oneroso.

2) Compravendita – Quali sono i rischi e le garanzie offerte al compratore per chi acquista sulla carta?


Il DL n. 122 del 2005 prevede una tutela su due fronti per gli acquirenti degli immobili in costruzione (TAIC)


1) Economico: perché copre la fase dal preliminare al momento del rogito. Occorre che il preliminare sia un atto registrato, anche non notarile, e non una scrittura privata tra le parti. In questo modo il costruttore è obbligato a fornire al futuro acquirente una fideiussione che copre tutte le somme versate a titolo di caparra e di acconto. Se il costruttore fallisce o non può portare a termine la costruzione per altri motivi, l’acquirente può avere indietro i propri soldi rivolgendosi alla banca o all’assicurazione che l’ha rilasciata (escute la fideiussione).


È importante che sia stato per lo meno già chiesto dal costruttore il permesso di costruire. In caso contrario, non vi è tutela da parte della legge.


2) Assicurazione decennale postuma: contro i vizi dell’immobile o rovina dello stesso. Per 10 anni c’è un’assicurazione che copre l’acquirente dopo il rogito, perché altrimenti l’acquirente rischia di trovarsi senza un interlocutore. Il notaio quando fa un atto d’acquisto di una casa nuova ha il compito di richiamare le parti e darne atto nel rogito così l’acquirente è tutelato.


Asta – Qual è la differenza tra asta pubblica e privata?


1) Asta pubblica: viene fatta su delega dei tribunali e riguarda le posizioni già in sofferenza. Ad esempio un immobile che proviene da un fallimento o è proprietà di un soggetto che aveva concesso ipoteca su quel bene a garanzia di un mutuo e poi non ha rimborsato il mutuo. La banca ha agito esecutivamente su quell’immobile e lo manda all’asta. Sono pubbliche perché partono dai tribunali. I notai ricevono la delega insieme ad altri professionisti e curano tutta la fase.


2) Asta privata (difficile che si tratti di un solo immobile): è una cosa molto nuova che sta appena superando la fase sperimentale. Può ricorrere a un notaio sia un privato (costruttore) che un’azienda o un Ente che ha un patrimonio immobiliare da dismettere (INPS, INAIL, un sindacato). Danno al notaio l’incarico di “banditore”, il quale comunicherà pubblicamente che in tale data si svolgerà l’asta di tali particolari lotti inseriti in questo gruppo d’immobili. Qualunque notaio che è inserito nella rete aste notarili può fare da soggetto ricevente delle offerte. Queste aste avvengono per via telematica attraverso il portale del notariato: www.notariato.it.

Mutui – Fino a che punto è legale contrarre un mutuo oltre l’80% del valore della casa?


Perfettamente legale. L’80% è una clausola all’interno della legge sul credito fondiario, che dice “erogabile in presenza di altre garanzie”. Altre garanzie potrebbero essere un’assicurazione o un altro immobile che per esempio offre un genitore. La banca valuta la capacità di reddito più della garanzia. Se c’è la garanzia accessoria data da un’assicurazione o ulteriore garanzia data da un terzo concede anche il 100%.

Tasi e Imu – Quali sono i pericoli della maggiorazione Tasi che viene di fatto scaricata sulle seconde case?


Avrà un effetto scoraggiante sui piccoli investitori. Renderà l’investimento immobiliare sempre meno appetibile. Una cosa che poi il governo vuol fare perché vuole spostare la ricchezza dall’aspetto immobiliare all’aspetto produttivo.


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