Demanio: online il terzo bando per la vendita di immobili dello Stato

Demanio: online il terzo bando per la vendita di immobili dello Stato

E’ online sul sito del Demanio il terzo bando per la vendita mediante asta pubblica di immobili di proprietà dello Stato. Si tratta di beni di diversa natura e tipologia presenti in cinque diverse regioni: Abruzzo, Liguria, Piemonte, Veneto e Sicilia.


La base d’asta complessiva è di circa 10 milioni e 280 mila euro e l’operazione si inserisce nel processo di ottimizzazione del portafoglio immobiliare statale. Si rivolge a diverse tipologie di investitori, in particolar modo all’imprenditoria locale.


I beni in vendita


In Abruzzo, a Pescara, è in vendita un immobile di circa 4.000 mq, ex sede di un conservatorio musicale e di una scuola media. In Liguria, nel comune di Alassio (SV), l’avviso di vendita riguarda l’intero primo piano seminterrato di un edificio, locali del secondo piano seminterrato e l’autorimessa di un edificio in via Solferino.

In Piemonte sono in vendita due palazzi nobiliari ad Agliè (TO), Palazzo Pavignano (di circa 2.454 mq coperti) e Palazzo Birago (di circa 2.193 mq coperti), entrambi situati nel centro storico della città con vista sul castello; e a Torino un fabbricato ad uso commerciale, di circa 1000 mq, in zona semi centrale. In Veneto, a Verona, il bando riguarda un compendio immobiliare a destinazione commerciale di mq. 3.150. Infine in Sicilia, va all’asta un attico di circa 200 mq con annesso garage.


Come partecipare alla gara


Per partecipare alla gara, che prevede offerte segrete e vincolanti, è necessario inviare, entro le ore 16 del 25 febbraio 2016, un’offerta economica corredata della documentazione necessaria agli uffici delle Direzioni Regionali competenti per ciascun lotto. Il giorno successivo, alle ore 10, una Commissione di gara, appositamente costituita, valuterà la conformità delle offerte pervenute. I beni verranno aggiudicati a chi presenterà l’offerta economica più alta, che dovrà essere pari o in aumento rispetto alla base d’asta prevista dal bando.


Presidente Fiaip: “Quello attuale non è un mercato di crisi…”

Righi, presidente Fiaip: “Quello attuale non è un mercato immobiliare di crisi, ma l’unica realtà con cui dobbiamo fare i conti”


Negli ultimi anni è cambiato il paradigma di lavoro delle agenzie e la compravendita adesso è il risultato di un’attività di consulenza, supporto e vicinanza con il cliente. A dirlo è Paolo Righi, presidente Fiaip, che parlando di locazione, tasse sulla casa e riqualificazione, partendo dalla considerazione che “quello attuale non è un mercato di crisi, ma l’unica realtà con cui dobbiamo fare i conti”


Nel corso della recente Assemblea di metà mandato, svoltasi a Firenze, la Fiaip ha affrontato i temi principali del settore: l’abusivismo professionale, lo stato delle professione – vista come attività intellettuale e non imprenditorale – e la situazione attuale del mercato. “Perché molti non riescono a comprendere – dice Paolo Righi – che quello attuale non è un mercato di crisi, ma è la realtà con cui dobbiamo confrontarci tutti i giorni”.



Cambia il paradigma delle agenzie immobiliari


Una realtà che è cambiata profondamente negli ultimi anni, mutando il paradigma di lavoro delle agenzie immobiliari. “Prima del 2008, il lavoro delle agenzie si basava sul fatto di avere delle belle case da vendere. I clienti entravano nelle agenzie senza nessuna difficoltà e se un appartamento non si vendeva un giorno, si vendeva il giorno dopo. Oggi in un mercato molto selettivo, con tanta offerta, la compravendita è il coronamento di un attività che l’agente fa di consulenza, supporto e vicinanza con il cliente”.


L’elimazione delle tasse sulla casa


La Fiaip ha salutato con gioia l’eliminazione della tassa sulla prima casa, perché si tratta “di un cambiamento di rotta di una politica che, dal governo Monti in poi, ha aumentato la tassazione del 170%”. Secondo Righi si tratta anche di una questione di diritto, “perché non si può tassare un bene che non produce reddito. Il governo italiano ha detto a più riprese che in tutti i Paesi europei si paga una tassa sulla casa ed è la verità. Ma si tratta di un’imposta sui servizi, omnicomprensiva, come quella francese, e non una tassa patrimoniale che ha un carattere espropriativo”.

Rilanciare l’affitto per rilanciare l’investimento


Un capitolo importante riguarda il tema dell’affitto, perché rilanciare la locazione significa “rilanciare l’investimento immobiliare”. “Dobbiamo permettere agli inquilini di detassare quanto pagano di affitto dalla dichiarazione dei redditi e lo Stato deve premiare il proprietario che affitta per un lungo periodo di tempo”.


Fondamentale è anche la possibilità di cambiare la legislazione attuale, al fine di rendere il contratto di affitto “titolo esecutivo”, perché “un conto è l’emergenza sociale di chi non riesce ad avere casa, e altra cosa è il libero mercato, le cui regole non possono essere dettate dallo Stato”.

Il futuro dell’immobiliare


Con i piedi ben piantati sulla situazione attuale, Righi è consapevole che oggi ci sono tutti i segnali di una possibile ripresa del mattone. “Gli spread sono bassi, le banche sono piene di soldi e li investono nel settore più sicuro che è quello dell’immobiliare, i prezzi sono scesi, e ci sono veri e propri affari”:


Ma quale saranno le direttrici di sviluppo del settore immobiliare? “Noi abbiamo un mercato immobiliare vetusto, ma bellissimo e la riqualificazione è il filone che ci accompagnerà nei prossimi dieci-quindici anni. Gli agenti immobiliari devono approfittare di questo filone perché su questo si giocherà il mercato”.


Ristrutturare dividendo o unendo appartamenti: in meno tempo e risparmiando

Ristrutturare dividendo o unendo appartamenti: in meno tempo e risparmiando

Grazie alle novità introdotte dallo Sblocca Italia chi vuole dividere o unire immobili, senza modificarne la volumetria, avrà notevoli risparmi di tempo, energia e denaro. Vi spieghiamo quali sono.


Ristrutturare casa, dividendola per ricavare un altro appartamento o unirne due attigui, diventa più semplice, rapido ed anche economico grazie alle novità introdotte dal Decreto sblocca Italia (Decreto legge n. 133/2014).


Da oggi gli interventi di frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari, a condizione che non modifichino parti strutturali dell’edificio, costituiscono semplice “manutenzione ordinaria” e come tali possono essere eseguiti semplicemente presentando la Comunicazione Inizio Lavori Asseverata (CILA) al Comune, insieme al progetto, entrambi redatti da un tecnico abilitato. Quindi non occorre più il classico “permesso di costruire” e l’intervento può partire immediatamente.


Gli unici vincoli da rispettare sono di non modificare la volumetria complessiva degli edifici e né la destinazione d’uso, trasformando per esempio una casa in un ufficio.


Quando i lavori saranno ultimati si potrà inviare al Comune anche una comunicazione di fine lavori, valida ai fini dell’accatastamento. Non dovrà più essere il cittadino che deve provvedere all’aggiornamento catastale, ma il Comune deve inoltrare tempestivamente e direttamente, quanto necessario, ai competenti uffici dell’Agenzia delle entrate per il nuovo accatastamento dell’ immobile trasformato. Un risparmio quindi di tempo e di energia ma anche di costi. Eseguendo gli interventi di frazionamento o accorpamento, poi, non si paga il contributo di costruzione.


Tutte le informazioni e le risposte ai dubbi più frequenti in merito alle novità introdotte dallo “Sblocca Italia” sono consultabili on line e gratuitamente dal sito del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, dedicato alla casa, www.casa.governo.it.


Dichiarazione Tasi, istruzioni e scadenza 2015

Mentre è già iniziato il conto alla rovescia per il pagamento del saldo Tasi di dicembre, almeno per quanto riguarda la dichiarazione i contribuenti possono dormire sonni tranquilli. La scadenza è infatti per il 30 giugno 2016. Ma vediamo chi deve presentare la dichiarazione Tasi 2015 e quali sono le modalità.

Dichiarazione tasi 2015: chi deve presentarla


A differenza di quanto accade con la dichiarazione Imu, non è ancora chiaro in quali casa va adempiuto l’obbligo dichiarativo, considerando che si tratta di un tributo diviso tra proprietario e inquilino. Mentre infatti i proprietari sono in un certo senso già “coperti” dalla dichiarazione Imu, il problema sorge per chi utilizza l’alloggio.


A questo proposito le Finanze hanno chiarito che la dichiarazione non deve essere presentata nel caso in cui il Comune abbia previsto particolari adempimenti formali come, ad esempio, la consegna del contratto di locazione, o la presentazione di un’autocertificazione. Questo lascerebbe l’adozione della dichiarazione ai soli casi residuali, per i quali il Comune non è ancora a conoscenza di tali informazioni.

Modello dichiarazione Tasi


Anche per quanto riguarda il modello da utilizzare, la situazione non è del tutto chiara. Esiste infatti una divergenza di opinioni tra l’ifel (Anci) e il Ministero delle Finanze. Mentre quest’ultimo ritiene si possa utlizzare lo stesso modello Imu, nella parte relativa alle “Annotazioni”, la fondazione Anci consiglia ai consumatori di prentare la dichiarazione sul modello appositamente predisposto dai Comuni.


A questo proposito è importante ricordare che ogni Comune ha adottato delle regole diverse. Alcuni infatti hanno predisposto un modello apposito, altri fanno riferimento a un ancora inesistente modello ministeriale, altri ancora consentano l’utilizzo del modello Imu.


Canone Rai: si pagherà in 6 rate annuali da 16, 66 euro

Inserito direttamente nella bolletta per la fornitura dell’energia elettrica, il canone dovrà essere pagato solo per la prima casa e anche dagli affittuari.

Da gennaio 2016 il canone Rai si pagherà in 6 rate annuali direttamente nella bolletta elettrica a cadenza bimestrale e ogni rata avrà l’importo di 16,66 euro, per un totale di circa 100 euro all’anno.


Questa la novità prevista nella Legge di Stabilità 2016 e che viene recepita in un decreto ad hoc che dovrà essere approvato entro 45 giorni dal Ministero dello sviluppo economico. Il canone di abbonamento alla televisione pubblica dovrà essere pagato solo sulla prima casa e riguarderà anche gli affittuari per lo più le giovani coppie che abbiano trasferito la residenza uscendo dallo stato di famiglia dei genitori.


Inoltre il pagamento del canone Rai in bolletta della luce riguarderà solo i contratti domestici e non dovrà essere pagato da chi non ha la televisione né internet a casa. Proprio in merito ai controlli si ipotizza un’apposita autocertificazione che il contribuente deve inviare all’Agenzia delle Entrate in cui dichiara di non possedere la televisione e quindi di non dover pagare il canone. Certa la maxi sanzione prevista per chi non paga, fino a 500 euro, ossia cinque volte l’importo. Chi non pagherà la bolletta della luce potrà invece corrispondere il canone Rai e viceversa. Per ulteriori dettagli si attende la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.


Esplode l’interesse degli italiani per le case in condivisione

Cresce il fenomeno della condivisione in Italia dove, nell’ultimo anno, la domanda di stanze in affitto è aumentata del 65%.


Le ricerche degli utenti del portale sono passate da 1.338.861 nei primi 6 mesi del 2014, a 2.214.143 nello stesso periodo del 2015.


Nonostante l’interesse della domanda, i prezzi sono scesi del 5,3% nel corso di quest’anno, attestandosi a una media di 296 euro mensili. Valori in controtendenza nei mercati che contraddistinti da una maggiore vivacità, come Milano (1%), Roma (1,8) e soprattutto Torino (1,9%) che negli ultimi anni è divenuta polo d’attrazione per molti universitari, spodestando Bologna.


L’ufficio studi idealista segnala rendimenti in calo in 8 delle 12 città campione monitorate (quelle a maggiore vocazione universitaria), i ribassi maggiori spettano a Catania (-4,8%), Firenze (-4,1%) e Napoli (-2,2%).


Milano è la città con le stanze più care del paese, occorrono in media di 406 euro al mese.


A seguire Roma (392 euro/mese) e Firenze (340 euro/mese); prezzi leggermente sopra la media nazionale anche per Bologna (305 euro/mese) e Torino (299 euro/mese); per trovare le stanze più economiche della classifica stilata da idealista bisogna andare in Sicilia, a Catania (188 euro/mese) e Palermo 183 (euro/mese).


L’inquilino tipo della coabitazione ha in media media 29 anni (nessuna variazione rispeto allo scorso anno), vive nelle aree semi centrali o centrali delle grandi città, non fuma e non vuole animali in casa.


La città con l’età media più alta dei conviventi è Firenze (31), seguita dalle grandi città come Roma e Milano (29 anni), mentre si abbassa inevitabilmente nelle città polo di attrazione studentesca (Torino, Perugia, Pisa), dove l’età media oscilla tra i 26 e i 27 anni.


Le convivenze miste (persone di entrambi i sessi) riguardano il 45% dei casi analizzati, la percentuale scende al 39% per le coabitazioni riguardanti solo donne e al 16% quelle tra soli uomini. Quanto alle preferenze per i nuovi compagni di casa, la stragrande maggioranza degli inquilini (88%) non fa alcuna differenze di genere.


Zone d’interesse


Un numero crescente di italiani mette a disposizionela propria casa o parti della stessa per esigenze di bilancio. UnA fronte del crescente interesse da parte della domanda sono pressocchè triplicati, da un anno all’altro, gli annuci si stanze in affitto su idealista, oggi sono 9.430.


L’offerta maggiore si concentra a Roma (24%), più distanziata Milano (8,5%), mentre a Sud la regina è Catania (5,3%). Quasi la metà delle ricerche si orienta nelle grandi metropoli, le seguono più distanziate Bologna, Firenze e Torino.


Il testo della legge di stabilità approvato dal Senato: tutte le novità per la casa

Con 164 voti favorevoli, 116 contrari e 2 astenuti, il Senato ha approvato il maxiemendamento sostituitivo della legge di stabilità su cui il governo aveva posto la fiducia e che ora passerà all’esame della Camera. Vediamo quali sono le novità introdotte dal testo in materia di tasse sulla casa, bonus mobili, ristrutturazioni e affitti in nero.


Canone concordato agevolazioni Imu

– I proprietari che affittano il proprio immobile a canone concordato potranno usufruire di un’agevolazione fiscale imu, con uno sconto del 25%.

Esenzioni Tasi

– Saranno esenti dal pagamento delle tasse le case concesse in comodato d’uso ai figli, un parente disabile, all’ex coniuge e le residenze, anche di cooperativa a proprietà indivisa – per gli studenti universitari.Esenti anche gli immobili delle forze armate, delle forze di polizia e del personale dei vigili del fuoco.

Alloggi sociali

– Non pagheranno la Tasi gli alloggi sociali, comprese le cooperative a proprietà indivisa.

Nuove regole affitti in nero

– Nuova stretta per gli affitti in nero. E`prevista la nullità di ogni accordo non scritto e la nullità di ogni patto che preveda un canone superiore a quello risultante dal contratto scritto e opportunatamente registrato

Bonus mobili giovani coppie

– Viene raddoppiato il bonus mobili (da 8000 a 16.000 euro) per le giovani coppie, anche di fatto, che acquistano la prima casa, in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni. Il nucleo deve essersi costituito da almeno tre anni e la condizione non è quella di una ristrutturazione edilizia (come nel caso del bonus mobili normale), ma l’aver acquistato un immobile da adibire ad abitazione principale. La detrazione va ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo, per le spese sostenute nel 2016.

Bonus ristrutturazioni e risparmio energetico

– Sono prorogate al 31 dicembrer 2016 la detrazione al 50% per le ristrutturazioni e per l’acquisto di mobili e la detrazione al 65% per la riqualificazione energetica degli edifici, incluse le parti comuni degli edifici condominali.

La proroga al 31 dicembre 2016 comprende anche la detrazioni del 65% per l’adozione di misure antisismiche nelle zone individutate dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri. Il bonus energia è esteso anche agli IACP, per gli interventi realizzati su immobili di loro proprietà adibiti ad edilizia residenziale pubblica.

Agevolazioni prima casa legge di stabilità

– Più facile cambiare la prima casa senza perdere le agevolazion. Chi infatti decidere di cambiare la prima abitazione potrà farlo senza perdere i benefici anche se in possesso deel vecchio immobile, sempre e quando alieni quest’ultimo entro un anno


Mercato immobiliare: nel 2017 arriverà la ripresa

Il mercato immobiliare italiano si è lasciato alle spalle la pesante crisi degli ultimi sette anni ma la risalita sarà lenta e non priva di insidie. Incombono ancora i retaggi del passato e il loro smaltimento potrebbe generare contraccolpi negativi. Sono queste alcune delle conclusioni cui perviene l’Osservatorio sul Mercato Immobiliare curato da Nomisma.


Come evidenzia il think tank bolognese si rafforzano i segnali di miglioramento del mercato immobiliare, che si erano delineati a partire dalla seconda parte del 2014, anche grazie ad un quadro macroeconomico sicuramente più favorevole, seppure non si tratti di dinamiche eclatanti.


Nomisma stima infatti che per ottenere un recupero dei livelli di Pil procapite ante-crisi si dovrà attendere il 2026, a fronte di una crescita annua dell’1,5%.


Il cambiamento degli indicatori di sentiment e di quelli reali ha avuto un immediato riflesso in ambito immobiliare, portando ad un consistente incremento delle manifestazioni d’interesse all’acquisto.


Una domanda che si può concretizzare per circa il 75% delle famiglie italiane solo attraverso il sostegno economico da parte delle banche. Le condizioni macroeconomiche indubbiamente favorevoli non sono assolutamente sufficienti “per alimentare un percorso di risalita non assistita” secondo Nomisma.


La risposta del sistema bancario all’impennata delle richieste non è mancata. L’incremento delle erogazioni per l’Istituto bolognese è risultato eclatante “seppur di gran lunga inferiore rispetto ai dati diffusi anche da autorevoli istituzioni nel corso dell’anno”. È interessante notare come le surroghe e sostituzioni sul totale dei mutui abbiano visto passare la loro incidenza dal 7,5% (2014) al 26% (2015), ridimensionando il sostegno netto al settore immobiliare.


Tasse casa: dopo la mini-Imu, ora c’è il rischio mini-Tasi

Prima che la Tasi sulla prima casa, come previsto dalla legge di Stabilità, vada definitivamente in pensione il prossimo anno, c’e’ ancora un importante capitolo da scrivere. A dicembre infatti è previsto il pagamento della seconda rata 2015, che sembrerebbe aprire la strada alla possibilità di un conguaglio a gennaio, una sorta di mini-Tasi sulla falsa riga della mini-Imu.


Se a gennaio 2014, la cosiddetta mini-Imu turbò la vita dei contribuenti italiani alle prese con un conguaglio last minute, una sorte analogo potrebbe aspettare i proprietari di casa alle prese con l’ultima rata della Tasi. Il pasticciaccio sulle aliquote di dicembre rischia infatti di lasciare degli strascichi non proprio piacevoli.


Le aliquote per il saldo di dicembre 2015


Il pagamento della prima rata dell’Imu e della Tasi di giugno 2015 è avvenuto con le aliquote elaborate dai Comuni nel 2014. Il saldo dovrebbe essere adesso la differenza tra queste e le nuove approvate dai sindaci per il 2015. E qui nasce il dilemma. E’ stata infatti approvata una sanatoria per le delibere approvate dal 30 luglio al 30 settembre che entrerà però in vigore dal 1º gennaio 2016 e non potrebbe, in linea teorica, avere effetto sul saldo previsto per dicembre 2015.


Ecco allora che ai comuni che hanno emesso le delibre nel periodo compreso tra luglio e settembre, potrebbe essere concesso di introdurre una mini-Tasi, ovvero una rata da pagare a gennaio come conguaglio tra quanto corrisposto con le aliquote del 2014 e quelle del 2015. Secondo il sindacato Uil i comuni che potrebbero optare per la mini-Tasi da riscuotere a gennaio sono 844. Tra questi compaiono anche Napoli, Avellino, Frosinone, Mantova, Matera, Rieti, Terni, Trieste, Verbania. La buona notizia è che non sempre si tratta di aumenti.



Una soluzione nel Milleproroghe?


Per evitare quest’ipotesi e ulteriori grattacapi per i contribuenti, non si esclude l’inserimento nel decreto Milleproroghe di fine anno di una un’altra norma che consentirebbe l’applicazione immediata, per la rata di dicembre, delle aliquote approvate.


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